Club Alpino Italiano – Sezione di Roma

1873

Il Club Alpino Italiano Sezione di Roma 1873: sport, gite, corsi, una biblioteca, un punto d'incontro

      

Informazioni aggiuntive

Società

Club Alpino Italiano – Sezione di Roma

Anno fondazione

1873

Sede

Via Galvani 7

CAP

153

Città

Roma

Provincia

ROMA

Regione

Lazio

Telefono Società

06.57287143

Fax

06.57287143

E-mail Società

segreteria@cairoma.it

Numero soci

2952

Numero tesserati

140

FSN/DSA/EPS

FISI

Discipline

arrampicata, escursionismo, sci alpinismo, sci di fondo

Impianti

n. 4 rifugi di cui n. 3 di proprietà e n. 1 in concessione, sede sociale

Affiliato UNASCI

SI

Affiliata UNASCI negli anni

2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011

Pagamenti

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Presidente

Roberto Niolu

La Sezione di Roma del Club Alpino Italiano è da oltre 130 anni una significativa presenza nel contesto sociale e culturale cittadino, attiva, in particolare, nella promozione della conoscenza e della corretta frequentazione dell'ambiente montano e dei valori dell'associazionismo e della solidarietà come emerge da una sintesi sulla storia, sull'attività e sull'utilità sociale del sodalizio.
Le finalità, esposte analiticamente nello statuto, si qualificano in finalità di solidarietà sociale promosse e perseguite attraverso: a) la pratica dell'alpinismo e delle attività didattiche relative; b) la tutela dell'ambiente montano e naturale; c) la diffusione della conoscenza e dello studio delle montagne anche organizzando corsi di formazione e di aggiornamento per gli insegnanti; d) la collaborazione all'organizzazione del soccorso alpino; e) iniziative colturali.
La sezione di Roma del Club Alpino Italiano nasce nei 1873, dieci anni dopo la fondazione del primo Club Alpino.
Fa, quindi, parte dell'-UNASCI (Unione Nazionale Associazioni Sportive Centenarie d'Italia).
L'iniziativa viene assunta d'a alcuni soci di altre Sezioni Stabilitisi a Roma Capitale (1870).
I componenti del sodalizio, a differenza dell'ampia e variegata composizione sociale dei giorni nostri, appartengono in. quest'epoca alla "buona società”, compaiono nominativi di rilievo nella società civile: accademici, professionisti, artisti.
Dalle prime "gite sociali" nei dintorni della città le escursioni, si estendono ai rilievi appenninici, fino alle mete più impegnative nel Gran Sasso, dei Velino, della Maiella, del Vettore, ove sul finire dell'800 vengono effettuate "prime invernali".
Gruppi più o meno numerosi effettuano nello stesso tempo ascensioni, anche di non trascurabile livello, sulle Alpi. Si diffonde, analogamente a quanto avviene nel resto del Paese, la pratica dello sci. Tra la fine dell'800 e gli inizi del '900 vengono pubblicate le "Guide", della Provincia di Roma, del Gran Sasso d'Italia e dell'.Abruzzo.
Secondo le linee di tendenza dell'epoca, tenuto conto della difficoltà dei trasporti, viene promossa la costruzione di rifugi: Il primo è al Terminillo ("Umberto I° ora "Rinaldi" della Sezione di Rieti).
Oggi il CAI Roma mette a disposizione dei frequentatori della montagna i seguenti rifugi: "Sebastiani" nel gruppo del Velino, "Duca degli Abruzzi" a Campo Imperatore, Franchetti sul versante teramano del Gran. Sasso, "Roma" alle Vedretta di Rjes (Alto Adige).
L'evoluzione del CAI Roma segue per tutto il Novecento il processo comune a tutto l'ambiente alpinistico: dall'alpinismo allo sci alpinismo, all'arrampicata alla speleologia con attività di rilievo sulle Alpi e sul più vicino Gran Sasso.
All'inizio degli anni '50 prende corpo l'attività di un nutrito gruppo di alpinisti raccolti intorno alla "Sucai", che si segnalano per ascensioni di alto livello sia sul Gran Sasso che sulle Alpi.
Sul finire del decennio si ha la prima spedizione himalayana al Sarahagrar Peak. A questa seguiranno altre iniziative come pure, accanto all'attività escursionistica, ha avuto seguito e continuità l'alpinismo di elite.
Nello stesso ambiente sorge la scuola di alpinismo tuttora attiva nel nome di Paolo Consiglio, uno dei migliori alpinisti del gruppo, prematuramente scomparso.
E l'attività che meglio si presta a evidenziare il ruolo sociale del CAI di iniziazione all'alpinismo, anche di livello elevato, insieme all'insegnamento della sicurezza in montagna che, a tutt'oggi, rappresenta un nostro obiettivo prioritario.