Bergamasca Scherma S.S.D. S.R.L

1877

Anni Trenta del XX secolo: foto di gruppo della Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma.

      

Informazioni aggiuntive

Società

Tenax Bergamasca Scherma S.S.D. S.R.L

Anno fondazione

1877

Sede

Via Cesare Battisti 4

CAP

24124

Città

Bergamo

Provincia

BG

Regione

Lombardia

Telefono Società

035.225332

E-mail Società

info@bergamascascherma.it

Numero soci

91

Numero tesserati

91

FSN/DSA/EPS

FIS

Discipline

scherma

Impianti

palestra, spogliatoi e segreteria.

Colori sociali

blu-giallo-rosso

Affiliato UNASCI

SI

Affiliata UNASCI negli anni

2020, 2021, 2022

Pagamenti

, ,

Presidente

Rosario Cassarà

Cent’anni di sport a Bergamo è un’opera editoriale, composta di ben cinque volumi, per complessive 1700 pagine, realizzata tra il 1984 ed il 1995 dal giornalista Aurelio Locati per le Edizioni Bolis di Bergamo. Da essa si apprende che fin dagli anni ’60 del secolo XIX nella città orobica si praticavano in forma associata discipline sportive come la ginnastica, il tiro a bersaglio, le corse ippiche e la scherma. Tra queste proprio l’ultima citata può vantare la primogenitura assoluta come associazione sportiva della città in quanto nell’opera citata la fondazione della “Società della scuola di scherma” viene collocata al 15 gennaio 1862 e quindi precederebbe di alcuni mesi la nascita della “Società dei Carabinieri Bergamaschi”, il sodalizio di tiro a bersaglio che ebbe quale presidente onorario Giuseppe Garibaldi. Nella medesima opera, tuttavia, non risultano elementi che consentano di stabilire una continuità tra la “Società della scuola di scherma” e la attuale “Tenax Bergamasca Scherma”, la cui nascita, sia pure con una diversa denominazione, risale al 1877.
Fino alla seconda metà degli anni ’70 la scherma non ha riscosso particolare interesse presso la cittadinanza, che si limitava ad assistere alle sporadiche “accademie” più con la curiosità che si presta a manifestazioni di spettacolo piuttosto che con il coinvolgimento che sarà tipico della partecipazione ad eventi sportivi. Malgrado l’impegno della stampa locale per promuovere una maggiore adesione alle attività e nonostante la dedizione di alcuni istruttori, la pratica di questa disciplina rimane dunque un fenomeno decisamente minoritario e di élite.
Con la nascita della “Società di Ginnastica e Scherma” nel dicembre 1877 la situazione inizia ad evolvere verso un diverso e più partecipato rapporto con la città: viene avviata una pubblica raccolta di fondi per la costruzione di una nuova palestra, obiettivo questo che, grazie anche alla partecipazione alla spesa di alcune istituzioni pubbliche, viene raggiunto entro solo due anni. Il 24 gennaio 1880, alla presenza del Sindaco e del Prefetto e con la partecipazione di una grande folla di cittadini, il conte Detesalvo Lupi, Presidente della Società inaugura, presso la scuola Tre Passi di Via Tasso, la “Palestra Bergamasca di Ginnastica e Scherma”. Da qui negli anni successivi usciranno schermidori “locali“, alcuni dei quali saranno in grado di affermarsi anche in campo nazionale. Un ulteriore e decisivo impulso allo sviluppo del sodalizio si registra alla fine del decennio con l’indizione di un concorso per titoli, volto ad assegnare un incarico stabile di maestro in sostituzione di un precedente istruttore condiviso part time con la città di Brescia. Tra 17 concorrenti risulta vincitore il maestro Roberto Magnani, pluridecorato di medaglie d’oro in gara e con diverse esperienze didattiche in città come La Spezia e Torino. Gli effetti della sua attiva presenza non tarderanno ad essere evidenti.
Il sodalizio, che nel 1890 ha assunto la denominazione di “Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma”, attua una politica di proselitismo che si concretizza nella promozione di numerose “accademie”. Giustamente memorabile è rimasto l’evento realizzato nel 1897 in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Gaetano Donizetti; evento che ha visto la partecipazione di 160 schermidori, comprese le migliori lame d’Italia con in testa il grande Agesilao Greco. È significativa, inoltre, la presenza di Nedo Nadi, futuro fuoriclasse della scherma italiana, anche se in questa occasione non avrà modo di mettersi particolarmente in luce. Nella gara internazionale a squadre, svolta nell’ambito della manifestazione, la Bergamasca conquista la seconda posizione, ma gli esiti dell’insegnamento di Magnani vanno ben oltre questo evento. Fino agli anni ’20 del nuovo secolo numerosi schermidori istruiti alla sua scuola conseguono successi a livello nazionale: Antonio Scotti, Romeo Bonacina, Giulio Ghislotti, Alessandro Belloli e Cesare Bonafous sono i nomi più noti di tale “vivaio”, da cui proviene anche uno degli atleti di maggior prestigio nella storia della Società, quel Riccardo Nowak, che viene ricordato anche come il “D’Artagnan di Bergamo”.
Nato a Bergamo nel 1885 (da famiglia di origine boema), il giovane Riccardo si pone in evidenza, già all’età di 12 anni, nella accademia per il centenario donizettiano sopra citato. Appena cinque anni dopo egli è già protagonista di primo piano in un nuovo evento promosso da Magnani a favore delle vittime del terremoto di Messina: gareggia infatti sia con Agesilao Greco che con il campione francese Lucien Merignac, olimpionico nel 1900. Ancora alcuni anni di attività e di successi e Nowak viene nominato capitano della squadra italiana alle Olimpiadi di Londra nel 1908, evento da cui torna con la medaglia d’argento nella sciabola a squadre, un risultato che lo qualifica come “primo olimpionico Bergamasco”. Appare quindi pressoché scontato che nel 1910 egli assuma la presidenza della Bergamasca, incarico che si affianca alla prosecuzione di un’attività agonistica ricca di successi nei confronti delle migliori lame nazionali e internazionali. Il percorso viene interrotto dallo scoppio della Grande Guerra, durante la quale egli presta servizio nel Regio Esercito.
Nel 1920, durante la presidenza di Enrico Luchsinger, la Bergamasca, si fonde con la sezione scherma della “Atalanta” (società fondata nel 1907) dando vita ad un nuovo sodalizio denominato “Atalanta e Bergamasca di Ginnastica e Scherma” che, con lo stesso Luchsinger come presidente, prosegue nell’attività, nella sede presso il Circolo Artisti e Professionisti di Via Sant’Orsola, ottenendo risultati quasi sempre di alto livello. I protagonisti di questa nuova fase sono sostanzialmente gli stessi dell’anteguerra: al maestro Magnani si è affiancato il maestro Giulio Legrenzi, divenuto famoso nel 1904 come inventore del “bottone marca stoccate”, il meccanismo che ha anticipato la scherma elettrica. Quanto alle lame del nuovo corso ai nomi di Scotti, Bonacina, Ghislotti, Bonafus si aggiungono quelli di Cabrini, Lupi e, sopra tutti, ancora Nowak, che nel ’23 tiene testa al campione del mondo Lucien Gaudin e l’anno successivo (ormai quasi quarantenne) viene inserito nella rosa degli olimpionici per Parigi. Nel 1926 si verifica un nuovo cambio di denominazione del sodalizio che diventa “Società Bergamasca di Scherma” in cui si operano però anche mutamenti nelle persone, sia del presidente (Ettore Capuani sostituisce Luchsinger) che degli istruttori tecnici (Beniamino Alesiano e il Capitano Balletti in sostituzione di Magnani e Legrenzi). È possibile che questi ultimi ravvicinati mutamenti siano avvenuti in relazione alle nuove dinamiche di rapporto tra le associazioni sportive in genere e la struttura centralizzata del GUF, mediante cui lo stato fascista tende ad esercitare uno stringente controllo su tutte le attività sportive locali. Nel caso della Bergamasca non risultano particolari difficoltà di rapporto, anche se un episodio di cui è protagonista lo schermidore bergamasco Antonio Gallina è indicativo di una situazione non facile. Accadde che, all’invito da parte di un gerarca del partito “che sarebbe poco gentile da parte sua fare uno sgarbo al capo del governo battendo in finale suo figlio Vittorio, Gallina, al quale non piace perdere neanche per finta, si adegua così: «Capisco perfettamente» risponde e invece di salire in pedana fa le valige e se ne torna a Bergamo”.
Al regime si deve tuttavia di aver promosso, anche se tra molte contraddizioni e resistenze interne allo stesso PNF, la presenza femminile nella scherma. Nel 1928 la FIS istituisce il Campionato assoluto di fioretto femminile, una disciplina che grazie alle iniziative della Bergamasca ha già avuto in città alcune testimonials d’eccellenza. Infatti, in occasione dell’accademia svolta per festeggiare il cinquantenario della Società, si è registrata la partecipazione non solo di Giuseppe Mangiarotti, campione italiano di spada e genitore della futura leggendaria stirpe, ma anche della consorte Rosetta Pirola Mangiarotti, che sarà protagonista nel 1931 delle “Olimpiadi della Grazia” a Firenze, e soprattutto di Germana Schweiger, campionessa d’Italia dal ‘29 al ’32 e poi nel ’34. Tuttavia, le effettive capostipiti del movimento femminile lungo gli anni ’30 sono in particolare altre due atlete: Fabiana Monti, allieva dei diversi maestri succedutisi tra il 1927 e la fine della guerra, (Alesiano, Gravarelli, Beni) ed Eugenia Gavazzeni, anch’essa allieva di Beni, ma, in quanto universitaria, gareggiante con il Guf Milano, con cui vince i Littoriali per 5 anni consecutivi fino al 1943. In realtà la funzione trainante delle due atlete si prolunga ben oltre il dopoguerra: la Monti gareggia ancora nel 1970 e poi continua ad operare come istruttrice e come segretaria della società, dedicandosi inoltre all’addestramento di atleti diversamente abili; quanto alla Gavazzeni, dopo una pausa per il matrimonio con Mario Mangiarotti e la conseguente triplice maternità, vi sono ancora gare e medaglie fino al 1958 e quindi una presenza in società che culmina con l’elezione alla presidenza tra la fine degli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90.
Benché la ripresa dell’attività associativa sia stata avviata nell’immediato dopoguerra con la partecipazione di nomi prestigiosi come quello di Mario Mangiarotti, al quale si affianca nel 1947 il fratello Dario nel ruolo di Maestro, la società sopravvive “tirando non solo di scherma ma anche la cinghia”. Fino alla fine degli anni ’50 i risultati di rilievo vengono soprattutto dal settore femminile (2° posto della Monti nel campionato lombardo) mentre in campo maschile si ha l’esordio, con la conquista del primo titolo nel fioretto, di un appena quindicenne Idel Boffelli che inizia così una più che quarantennale carriera: prima come schermidore (non solo nella Bergamasca) poi come maestro dalla metà degli anni ’60 alla metà degli anni ’90. Una delle ragioni delle difficoltà della società in questo periodo è dovuta probabilmente alla centralità acquisita da un altro sodalizio cittadino, nato agli inizi degli anni ’50 grazie all’attivismo del maestro di scherma Egidio Mazzucconi, ed ai suoi rapporti di vicinato con due promesse della scena schermistica cittadina, Paolo Pellizzari e Antonio Albanese, i quali lo convincono ad allestire una rudimentale “sala d’armi” presso la sua abitazione. I buoni risultati dell’iniziativa lo spingono a contattare i dirigenti della Libertas, l’ente sportivo della Democrazia Cristiana, per promuovere l’istituzione di una sezione di scherma; tale risultato viene conseguito e grazie all’abbinamento con l’industria Magrini nasce la “Libertas Magrini”, un nuovo soggetto della vita sportiva orobica che si caratterizza per l’aperta rivalità rispetto alla Bergamasca. Nel nuovo sodalizio si formano molti atleti importanti oltre ai due succitati: Ferdinando Cappelli, Paolo D’Arcangelo, Davide Ferrario (oggi regista cinematografico), Marco Perazzi, Bruno Pirrone e Massimo Sestini tra gli altri. L’aspetto più rilevante è certamente la crescita e l’affermazione di Albanese, il quale, recuperata la funzionalità di una gamba distrutta in un terribile incidente, debutta in pedana nel 1956 (a 19 anni) e in appena tre anni conquista l’accesso alla nazionale azzurra di cui diventa titolare fisso per oltre dieci anni. La sua successiva migrazione, nel 1962, presso la milanese “Società del Giardino”, ove svolge la parte più importante della sua carriera, non impedisce tuttavia che egli venga ricordato come il numero uno della scherma bergamasca nel dopoguerra, con la quale conserva stretti legami (parteciperà infatti al direttivo della Aramis).
Verso la fine del 1965 si concretizza una scelta importante: superando le sterili contrapposizioni dello sciovinismo societario i dirigenti della Libertas e della Bergamasca attuano la fusione della due società dando vita alla “Libertas Magrini – Bergamasca Scherma”, un sodalizio che ottimizza l’impiego delle risorse umane e materiali disponibili. Con la presidenza di Enrico Lombardini il nuovo quadro dirigente è formato infatti dai nomi più significativi citati in precedenza: Mario Mangiarotti, vice presidente (poi presidente dal 1970 al ’75), Fabiana Monti, segretaria (e poi maestra), Egidio Mazzucconi e Idel Boffelli (maestri). Inoltre, tutti gli atleti che risultano tesserati all’atto della fusione confluiscono nel nuovo sodalizio che debutta nel 1966 nella nuova sede del Palazzo dello Sport organizzando i Campionati Lombardi Assoluti di fioretto vinti trionfalmente (sette vittorie su sette incontri) da Bruno Pirrone.
Il percorso del nuovo sodalizio procede con l’abbinamento ad uno sponsor dal nome emblematico per una società di scherma. Si tratta dell’industria tessile Aramis, il cui titolare Sergio Nessi assume anche la presidenza della Società e nei tre anni del suo mandato organizza ben tre edizioni della prestigiosa Coppa Ferrania, nonché i Campionati Italiani di terza categoria. Anche se l’abbinamento si prolungherà fino al 1981 la presidenza della “Aramis Bergamasca Scherma” passa nel 1970 a Mario Mangiarotti e nel 1975 a Pierangelo Chiesa. Entrambi si trovano a dover fronteggiare una situazione non facile per questo sport, e che peraltro non riguarda soltanto Bergamo. È opinione piuttosto corrente, infatti, che le difficoltà di questa disciplina, registrate un po’ ovunque in Italia, derivino in buona misura dalla crescente diffusione del professionismo sportivo, fenomeno questo che al momento riguarda solo marginalmente la scherma. Ne consegue però che tale disciplina risulta poco attrattiva verso i giovani e quindi problematico il necessario e fisiologico ricambio generazionale. In effetti, dal punto di vista agonistico il decennio appare piuttosto avaro di risultati importanti e soprattutto di prospettive, ma ciò malgrado non manca un particolare impegno della società nel seguire e curare i giochi della gioventù e nel promuovere l’insegnamento della scherma nelle scuole.
Lo svolgimento a Bergamo nel 1971 del Campionato Assoluto Femminile è in qualche modo un campanello d’allarme sulla consistenza tecnica del settore femminile. In campo maschile i risultati migliori vengono da D’Arcangelo e Ferrario, i quali però, anche senza abbandonare del tutto l’attività agonistica, imboccano ben presto strade diverse: l’attività dirigenziale per il primo, la regia cinematografica per il secondo. Alla scadenza del contratto con la Aramis nel 1982, durante la presidenza di Chiesa viene concluso un nuovo abbinamento con la Banca Provinciale Lombarda a cui consegue una nuova denominazione societaria, “BPL Bergamasca Scherma” che durerà fino al 1995. Questa nuova fase, che si svolge con l’alternanza della direzione tra Chiesa ed Eugenia Gavazzeni Mangiarotti, vede giungere a maturità alcuni frutti della scuola di Boffelli, che si chiamano Susanna Postiglione, Anna Benigni, Andrea Rubini e Roby Montaruli tra gli altri, nomi a cui corrispondono risultati e titoli sia a livello regionale che nazionale.
Nel 1996 inizia il periodo più longevo, ben due decenni, con la medesima denominazione “Bergamasca Scherma Creberg” mutuata dall’abbinamento con il Credito Bergamasco quale capofila di altri sponsor e sostenitori. Alla presidenza si alternano Ferdinando Cappelli, dal 1996 al 2005, e Marco Leali, in carica dal 2006.
Nei primi mesi del 2017 la Bergamasca Scherma viene rilevata dal due volte campione olimpico Andrea Cassarà, il quale, provvede al totale rinnovamento della palestra e affida la gestione tecnica della società al Maestro Adalberto Tassinari, formatore di numerosi campioni a livello nazionale ed internazionale. Già nell’anno seguente la società si aggiudica la vittoria nel campionato italiano nella categoria ragazzi/allievi e conquista numerosi podi in campo nazionale e internazionale nelle categorie giovanili. L’abbinamento con la Tenax ne definisce la nuova denominazione. All’inizio del 2020 la società sottoscrive la sua adesione all’UNASCI esprimendo così l’intento di voler partecipare alla più generale vicenda dell’associazionismo sportivo italiano. Tale volontà viene però ben presto frustrata dall’esplosione della pandemia che nella città di Bergamo raggiunge i picchi più alti di virulenza e di mortalità.

° 1877-1883 Luigi Detesalvo Lupi
° 1884-1889 Giovanni Pesenti
° 1890-1991 Ciro Caversazzi
° 1892-1898 Cav. Mora
° 1899-1909 Lamberto Sala
° 1910-1918 Riccardo Nowak
° 1919-1925 Enrico Luchsinger
° 1926-1946 Ettore Capuani
° 1947-1954 Enzo Bardoneschi
° 1955-1964 Attilio Vicentini
° 1965-1966 Emilio Lombardini
° 1967-1969 Sergio Nessi
° 1970-1974 Mario Mangiarotti
° 1975-1986 Pierangelo Chiesa
° 1987-1995 Eugenia Gavazzeni Mangiarotti
° 1996-2005 Ferdinando Cappelli
° 2006- 2018 Marco Leali
° 2019- in carica Rosario Cassarà